Next stop Luciano Giovannini
Roma, 18/08/2025
Luciano,
legato anzi devoto alla società come al ParkRun è un runner da sempre anche se, molto probabilmente tempo addietro non sapeva di esserlo.
Ho conosciuto questo ragazzo proprio durante un sabato di corsa al parco del Pineto. Ricordo che Fabio me lo presentò: "Laurè, ti faccio conosce il Vicepresidente della Podistica, Luciano. non ci fa caso se lo vedi strano è così proprio di suo!". Luciano si è presentato: "Ciao, io sono il vicepresidente fino a che il presidente campa poi divento presidente io; che forse è pure meglio. Dicono che sono un poeta ma mica lo so".
Alle nove in punto Marco fischia l'inizio della consueta corsa di 5km al Pineto ParkRun ed io insieme a Fabio e Luciano partiamo come coda per una bella camminata. In quei quaranta minuti circa abbiamo parlato per conoscerci un pò. Laureato in lingue e letterature straniere nonché docente di lingua inglese alle scuole superiori è un conosciutissimo poeta (anche se lui dice di no), uno dei più importanti in Italia (e non lo dico io, bensì i premi che riceve). Ha "collezionato" più di 250 premi importanti per i suoi libri riconosciuti in tutta Italia. Sono stata ospite alla presentazione del suo lavoro "La croce di carta" presso il Campidoglio. Con lui altri due scrittori importanti, la sua editrice ed il consigliere. E' stata per me un'esperienza emozionante nonché di grandissima cultura. Non conoscevo il lato poetico di Luciano perché sono abituata a vederlo sempre in tenuta running e in stile tutt'altro che poetico. Sentire dal vivo interpretare le sue poesie è qualcosa di unico. Ti entrano dentro e se chiudi gli occhi vivi quelle parole.
Luciano l'ho conosciuto in un momento particolare della sua vita. Era la sua "rinascita" dopo un terribile incidente stradale che lo portò a smettere di correre per più di un anno. Per lui è stato doloroso (e la cosa si percepisce tutt'ora) e non posso immaginare una situazione così specie se si rischia la vita. Chiunque ha un bruttissimo ricordo di questo periodo e, chiunque mi dice che Luciano ha avuto una forza fisica e mentale che supera ogni ostacolo. Spesso e volentieri ne parliamo durante i nostri ParkRun e vedo in lui il dolore nel non poter fare più determinate cose e, nel sentirsi non più come prima. Uno dei dolori più grandi secondo me è il fatto di non poter più correre come una volta. Questo ragazzo amava ed ama la corsa incondizionatamente e mi ci rispecchio tanto in lui perché come lui ne ho bisogno ed è parte di me, del mio tempo e del mio essere felice. Quando Fabio o Andrea parlano di Luciano dicono che loro tre insieme correvano ovunque e, lui in particolare, riusciva a farsi anche due maratone in una settimana. Ogni gara, ogni domenica loro c'erano; con ogni condizione climatica. Addirittura "si racconta" di doppie partecipazioni a gare nella stessa domenica. Sapevo benissimo che, quando dicevano che Andrea Fabio e Luciano erano "pazzi" per la corsa avevano ragione. Non c'è persona che non conosca questo trio.
Dopo lo stop forzato Giovannini ha iniziato un percorso che, probabilmente nel suo inconscio c'è sempre stato e che, aveva intrapreso già anni prima come poeta scrittore. Alla presentazione del suo libro ho conosciuto il lato di Luciano di cui ne avevo solamente sentito parlare. Anche pur vedendo i i video condivisi da lui non è come esserci dal vivo e viverlo in prima persona. Ritrovarmelo nella sala Laudato Sì in veste formale e, con un'emozione fortissima ho scoperto la parte sensibile, di questo uomo. Sono state pubblicate nel corso degli anni tre raccolte di sillogi "Lucianesche": "La morna del gabbiano ferito e altri canti" ed "Il folle, l'amante e il poeta". li ho voluti tutti e tre e, nonostante li abbia letti ogni tanto apro una pagina a caso e rivivo una sua poesia. In tutta la mia vita non avevo mai letto poesie tranne ovviamente quelle che studi durante gli anni scolastici.
Parlando invece di me e Luciano mi viene da raccontare il legame che è nato di amicizia, stima e soprattutto di risate che c'è tra noi. Dico risate perché voi non avete idea di cosa voglia dire correre dieci kilometri ridendo fino ad avere il mal di pancia e le lacrime agli occhi. Bhé, con lui accade questo; ogni volta che corriamo o camminiamo insieme. Si parla del passato, del presente e del futuro e nel mentre si raccontano cavolate di ogni genere; quelle che poi quando ci viene chiesto di cosa parlavamo rispondiamo: "Di poesie". Si perché è più che evidente che ci vedono ridere di continuo e secondo me spesso si saranno chiesti anche cosa ci andiamo a fare noi alle corse. Ma che ne sanno loro! Come con Fabio e con Andrea noi corriamo per divertirci. Ogni tanto "criticano" anche il nostro modo di essere durante una gara ma a noi non interessa perché si corre anche per lo stare insieme, per ridere e per divertirci; quindi, quando mi ripetete che dovrei correre di più viste le potenzialità o da sola perché altrimenti non miglioro vi ribadisco che; i tempi li faccio in ciclabile durante la settimana e, se Luciano vuole divertirsi con me la domenica che sia così. Poi la competitività o la serietà la tiro fuori quando serve. Noi due siamo anche arrivati ultimi, ma che ci frega! Abbiamo fotografie e video ovunque compresi i ponti del GRA durante una delle nostre corse. Quando ci sono le gare è uno dei primi ad arrivare al gazebo; caffè, colazione e (permettetemi di scriverlo) cazzate di vario genere tanto per iniziare a ridere. Quando mi vede arrivare mi fa: "Timpani ce l'hai fatta pure stavolta... Te la prendi comoda. Io il Presidente e Marrocchini come famo senza de te!". Abbiamo corso tutte le gare immaginabili, dentro e fuori Roma, dalla 5 km di Ferragosto con tanto di ristoro finale alla 19 km della Maternum Marathon passando per ristori a base di birra, salumi, frutta, panini, cornetti, vino ecc. Si perché a noi quattro ci piace anche divertirci così nonostante in molti non lo concepiscono. Chi l'ha detto che in gara si deve correre solo?
Il nostro Luciano è una persona buona, di cuore nonché sincera. E' lui stesso e per gli amici si fa in quattro. Quando organizziamo pizze o aperitivi dall'altra parte di Roma ci raggiunge anche se sono le 5 di mattina e anche solo per mezz'ora. A noi Luci (come lo chiamo io) ci piace così e noi piacciamo a lui. Abbiamo 10000 foto insieme che attestano la nostra felicità quando siamo insieme, spensierati, contenti, scherzosi un pò "bambini". "Timpani ma che c.... te corri, tu sei giovane! Il Presidente non ce la fa ed io ormai c'ho na certa", questa è una delle tante uscite sue che mi fanno morire dal ridere. - "Timpani ma dove mi hai portato? cci tua, tutta salita" - "Timpani dopo andiamo a prendere il caffè dalla signora con i gambaletti in quel bar pulitissimo!". Però c'è sempre, anche se nel bel mezzo di una premiazione lui scrive, risponde e soprattutto manda le locandine di gara. Ormai è prassi, spesso accendo il telefono la mattina e mi ritrovo la locandina di una corsa; non mi scrive nulla, nemmeno se partecipiamo perché sa che se posso andiamo. La cosa è scontata e ci portiamo dietro anche Andrea e, piano piano Fabio che sta riprendendo dopo lo stop forzato.
Luciano non ha eguali, non è "clonabile" come dico io in nessun senso. Riesce a tenere ogni condizione, ogni discorso passando dal serio professore all'inguaribile poeta per poi saltare nel simpaticone che adoriamo. Abbiamo già il programma di corse in mente, da quelle belle a quelle che reputiamo "brutte" ma che sono l'occasione per ridere solamente e per stare insieme.
"Ao, ci vieni domani al ParkRun Lucià?" - "Bho, dovrei andare ad una lettura, ma si vengo va che senza di me siete persi" - "Lucià che famo domenica andiamo a correre?" - "Si si, pure che mi devo alzare alle 4 vengo, come faccio senza il Presidente". Potrei scrivere altre 100 righe come del resto quando racconto di loro ma credo che il senso della nostra amicizia è chiaro. Io senza Luciano non ci so stare, come con Fabio e Andrea se non lo sento il giorno è "preoccupante". Gli voglio bene e come dice lui: "Potresti essere mia figlia quindi ti parlo come un padre".
Ho detto tutto,
passo e chiudo.
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