Gli orologi

 Roma, 18/03/2023

Oggi parliamo di un argomento a me delicato; gli orologi. In realtà parliamo dei miei segnatempo (come li chiamo spesso) a cui non posso rinunciare in nessun caso. Fin da quando ero piccola papà mi regalava  orologi. Come tutti i bambini il mio primo è stato il classico FlikFlak; icona famosissima pensata appositamente per i piccoli che vogliono imparare a leggere l'orologio. No ho più ben nitido cosa accadde ma, ricordo che non volevo toglierlo mai e con l'acqua oltre che ad appannarsi ci metteva ore ed ore ad asciugarsi causa cinturino di stoffa. Se ti diceva male poi ne imbarcava una quantità che rimaneva nel quadrante fino al decesso totale. Mia madre ogni volta anche da grande: "Togliti l'orologio sennò ti rimane il polso bagnato! Ma non ti da fastidio?".

Papà mi ha insegnato a leggere le lancette praticamente in meno di mezza giornata. Il suo metodo una volta spiegato come funziona è quello di chiederti a raffica l'ora fino a che non ti viene in automatico leggerla correttamente. così all'improvviso: "Che ore sono?" ed io dovevo rispondere. Un pò come con l'inglese; per farmi memorizzare i verbi irregolari ed i vocaboli ogni frase o parola che gli veniva in mente o che leggeva in tv piuttosto che sua maglietta me la faceva tradurre oppure; facevamo a gara a chi ricordava più coniugazioni. Lo stesso metodo lo sta adottando con mia figlia e lei sintetizza il tutto in: "Mammamia nonno con l'inglese un incubo!". Quindi, dopo lo studio papà passò allo step successivo regalandomi il classico swatch nero semplice da adulto. Premetto che  il mio polso è molto magro quindi ogni tipologia di orologio mi sta enorme. Da quel giorno, indossato il mio "primo" vero orologio da grande non sono più riuscita a farne a meno. Ho cominciato con gli Swatch per poi indossare i Casio di ogni genere, compresi quelli che trovavo quando andavo da nonna nel fustone del Dixan in polvere. Che ricordi! Quel mega fusto pieno di detersivo profumato in cui, adoravo mettere le mani fino in fondo per trovare la bustina contenente l'orologio.

Che poi, chissà dove sono andati a finire tutti questi orologi; adesso se li rivendono a caro prezzo specialmente quelli che avevano la calcolatrice incorporata. Mi fa strano ora ripensare alle batterie che, dopo un anno o più si scaricavano e, abbandonandoti senza alcun avviso ti lasciavano lo schermo vuoto senza più numeri o, se eri fortunato un numero non ben leggibile che sembrava chiederti aiuto di sopravvivenza. Per non parlare poi delle batterie degli orologi analogici: quelle facevano fermare le lancette di punto in bianco. Te ne accorgevi perché le trovavi ferme; provavi a scuotere l'orologio ma niente... Fermo, morto! Oppure, se eri fortunato iniziavi a percepire il rallentamento della lancetta dei secondi. Come se "zoppicava" facendo scattare la lancetta un pò avanti ed un pò indietro. Io già da allora mi sentivo persa senza orologio tanto è vero che ancor prima che si scaricassero le batterie già chiedevo di cambiarle con delle nuove dopo un annetto. Non parliamo poi dell'orario che perdeva secondi o minuti circa una volta al mese pertanto ti ritrovavi in ritardo di 15/20 minuti ogni sei mesi e ti toccava rimetterlo in ordine con la levetta di metallo laterale. Io personalmente con la mia fissa oraria ogni mattina guardavo il tg per verificare se il mio orologio fosse in linea tempo precisa.

Crescendo ho iniziato ad avere gusti ben diversi e, orientati verso lo sportivo. Ho avuto gli "scuba" (non so se li ricordate); i primi ad essere totalmente impermeabili tanto da essere garantiti fino a tre metri di immersione. Ho sempre cercato un orologio da non poter togliere mai, resistente e più funzionale possibile. E' ovvio che la funzionalità di una volta era la possibilità di avere il datario o le lancette fluorescenti in modo da poter leggere l'ora anche di notte. Crescendo ne ho ricevuti anche molti in occasioni come la comunione, i compleanni o la cresima. Quando mi chiedevano cosa preferivo rispondevo: "Un orologio". I primi anni invece che ho iniziato a lavorare, quindi subito dopo il diploma mi sono appassionata di quelli in acciaio e non più di plastica. mi piacevano perché li vedevo a mio papà che, come me aveva ed ha la mia stessa passione. Ogni due anni circa ne prendevo uno nuovo fino a quando siamo passati nuovamente alla plastica, ma quella seria, resistente agli urti e finalmente subacquea. Sono ritornata ai Casio, quelli ultraresistenti che utilizzavano i marines. Nonostante la loro enorme grandezza per il mio polso li adoravo. Luce al led, datario, calendario e funzioni varie come la bussola o il cronometro. Che poi non le utilizzavi tutte ma avercele ti piaceva. Dopo, passammo a quelli digitali nuovamente per arrivare fino a quelli con carica solare quindi, senza alcuna batteria e soprattutto con la regolazione oraria tramite satellite pertanto, perfetti. I primi due me li regalò papà. Uno di questi, il Casio pro-trek aveva ogni funzione possibile e non era mai scarico. Bellissimo lo adoravo e ancora lo tengo nel cassetto nonostante la sua batteria solare ormai ha quasi smesso di caricarsi. Super resistente in ogni circostanza.

Da qui, il boom degli smartwatch. Orologi (se così ormai si possono chiamare) capaci di ogni cosa; dal cronometro alle previsioni meteo. Dalla musica alla misurazione del tuo stato di salute ma soprattutto la funzione di notifica chiamate, messaggi ecc. Il collegamento totale con il proprio cellulare tramite bluetooth che ti permette di vedere chi ti chiama, chi ti scrive chi ti manda le mail. Da qui un mondo che mi ha portato a sceglierne sempre di più sofisticati fino ad arrivare al mio Garmin con anche funzionalità sportive legate alla corsa. Monitoraggio del sonno, dell'ossigeno nel sangue e di moltissimi parametri legati allo sport compresa la geolocalizzazione dei percorsi in tempo live condivisibile con chi vuoi. Io personalmente quando corro condivido la posizione in tempo reale con la mia famiglia così sanno dove mi trovo. Insomma per me è stato un catapultare verso quasi la perfezione a cui non posso rinunciare. Addirittura quando ho partorito mia figlia non ho voluto togliermi l'orologio per la flebo in quanto volevo l'orario preciso della sua nascita. Il braccio "martoriato" quindi è stato il destro: "Signora se toglie l'orologio le metto la flebo"; "Me la metta al destro grazie"; "Ma già ha la farfallina!"; "La metto al destro grazie che voglio avere l'ora esatta della nascita di mia figlia in quanto dell'orologio da parete non mi fido". Infatti, l'orologio dell'ospedale era aventi di ben due minuti rispetto al satellite... e per me sono troppi due minuti. Per non parlare poi del matrimonio dove mio padre mi supplicò di indossare (almeno per le foto) un "orologio da donna" addirittura comprandomene uno. Si, l'ho tenuto giusto per le foto in chiesa perché appena uscita ho indossato il mio g-shock.

Ora il mio Garmin fa parte di me, non riesco a stare senza e grazie alla ricarica solare la batteria dura moltissimi giorni. Ci faccio di tutto e, nonostante tutto a distanza ormai di oltre due anni ancora è li, al mio polso e lo sostituirò a fronte della mia prima maratona a novembre con il modello top di gamma dalle prestazioni di rilevazione sportiva e di salute di altissimo livello.

Insomma amo il mio segna tempo, da sempre. C'è chi dice sia una "malattia" e non so se magari un pò di verità c'è. So solo che voglio avere la percezione del tempo quando serve e ormai, non riesco a stare senza sapere chi mi scrive anche se il mio cellulare è a metri di distanza da me. Adoro i miei orologi e non me ne separerò tranne che quando lo devo mettere in carica o per pulirlo quando bagnato ma, in quel caso è per pochissimo tempo e nonostante tutto mi sento il polso talmente leggero da non esserci abituata. Mi fa strano.

Passo e chiudo.

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