La mia "6 Ore di Roma" e quella di Andrew

 Roma, 09/07/2023

Oggi vi racconto una storia, e la chiamo tale perché se ci penso ancora non riesco a credere che sia successa veramente. Parlo della "6 Ore di Roma"; gara podistica di ultramaratona che si svolge all'interno del parco Villa De Sanctis su un percorso circolare di un kilometro con partenza alle 24:00 dell' 8 luglio fino alle 06:00 del 9 luglio. Vengono conteggiati i kilometri percorsi.

Non conoscevo l'esistenza di questa competizione ne, ora che ci penso bene mai avrei pensato di correrla da sola. E' cominciato tutto ascoltando durante le domeniche di uscita con la Podistica Primavalle, i vari discorsi che si facevano in merito a gare di un certo spessore. Sapete quelle gare che uno solo a sentirne parlare pensa: "Ma come ve va!", ecco proprio quelle. Quelle cose che non credi possano essere affrontate da una persona nonostante ne hai sentite già svariate tipo ad esempio l'impresa del Passatore. Se non fosse per Fabio ed Andrea che me l'hanno raccontata nemmeno credevo esistesse. Quindi parlando una domenica esce fuori sta corsa: "Mi tocca allenamme che tra tre mesi voglio fare la 6 ore" dice Andrea - "Nemmeno se mi pagano la rifaccio! sono venuto per andarmene a dormire in macchina dopo tre ore che non la sopportavo più!" risponde Fabio. Già perché loro due, insieme a Silvano hanno già partecipato alla gara ma talmente che si erano stufati se ne sono andati in macchina a dormire lasciando Andrew a correre. In tanti mi parlavano non proprio di una bella corsa perché comunque a livello fisico è molto dura, a livello mentale ancora peggio più, ci mettiamo l'orario notturno. Così, daje oggi daje domani una mattina parlando del lungo con Andrew ho iniziato a fargli domande su come funzionasse la 6 ore e quanto fosse complicata. "Lascia, sta a livello mentale ti rompi proprio le scatole! Dopo 3 ore vedi che non c'è più nessuno... la gente se mette a sede, se ne va a dormi. All’inizio vedi 100 persone tutti contenti poi; iniziano a diminuire fino a rimanere solo zombie" - "Ma allora perché la rifai Andrè?" - "E' perchè a me piace". Mi ero letta tutti i forum inerenti e tutte le possibili pagine social per avere un'idea di come funzionasse e del parere di chi l'avesse corsa. L'8 maggio Andrew si iscrive alla 6 ore.

Il 18 maggio: "Andrè, mi sono iscritta alla 6 ore!".

"Ma che davvero? ma sei sicura? Te non stai bene. Manco una maratona hai mai fatto vuoi fare la 6 ore? No non ci credo!" 

"Andrè che mi frega ci stai tu, andiamo insieme!"

"Ma io devo correeeee!"

Quindi, da quel dì ogni corsa domenicale nonché ogni garetta in giro per Roma era uno spunto per parlare di questa gara. Ricordo solo che Fabio quando l'ha saputo mi ha mandato un vocale di 4 minuti circa spiegandomi che, non era proprio la gara che avrei dovuto affrontare vista la mia esperienza ancora "acerba" sulle lunghe distanze. Ma Fabio sapeva benissimo che ormai la scelta l'avevo fatta e avrei potuto solamente chiedergli mille consigli perché non sarei tornata indietro. Ha cercato di portarmi a percorrere qualche lunga distanza insieme ad Andrea proprio per prepararmi ma più di tre ore e mezza non ho fatto e non avevamo a disposizione molte uscite. Silvano quando l'ha saputo mi ha subito detto: "Vedrai che medaglia che ti danno li... Ma perché ti sei iscritta ancora non l'ho capito!" - "E' manco io Silvà... però vabbè tanto c'è Andrea". - "A vabbè se corri con lui vai tranquilla. Lui ti fa fare pure 100 kilometri. Se fate insieme quella il prossimo anno ti fai il Passatore". Quindi, tra una corsa e l'altra sono passati quasi i due mesi prima del giorno gara. Inutile raccontarvi che la mia ansia è iniziata quando anche Salvatore del ParkRun mi ha detto di essersi iscritto. Anche lui si è domandato ed ha domandato a Fabio come mai mi fossi iscritta ad una gara del genere; però anche lui mi ha tranquillizzato dicendo che se fossi andata piano e avessi seguito i consigli di Andrea ce l'avrei fatta a finirla. La settimana antecedente all'evento ho tartassato Andrea con la mia ansia. Credo che non ne poteva più: "Tu lascia fa, con sei minuti di corsa ed uno di camminata la famo". Era quel "Lascia fa" che non mi convinceva però volevo fidarmi di lui come ho sempre fatto. 

8 luglio: Avrei dovuto riposarmi tutto il giorno ma, oltre che non aver dormito la notte precedente nemmeno il giorno della gara ho chiuso occhio anzi; come se non bastasse ho portato mia figlia in piscina stando ore sotto al sole e in acqua. Andrea ogni tanto mi scriveva per chiedermi se avessi riposato ed io gli rispondevo che era una giornata del cavolo perché se mi mettevo a letto guardavo il soffitto senza dormire. L'appuntamento era alle 21:15 sotto da me per poi andare a prendere una ragazza che correva anche lei con noi. Mi ero preparata la borsa con un cambio, degli asciugamani, acqua, snacks e bustine di sali minerali. La notte si prospettava molto calda ed umida e così è stato perché abbiamo iniziato con poco più di 27 gradi per terminare la mattina alla stessa temperatura con un tasso di umidità altissimo. Intorno alle 22:30 stavamo sul posto e ci siamo dati un'idea del percorso, del punto ristoro ecc.

La gente piano piano arrivava ed io la scrutavo cercando di capire chi fosse già esperto chi, come me no. Ritrovarmi in quella villa illuminata da luci soffuse e dal mausoleo era bellissimo e più il tempo passava e più mi sentivo agitata. Alle 23:30 dopo aver sistemato le nostre borse sulle sedie personali fornite ci siamo diretti al punto di partenza per la chiamata del pettorale o punzonatura. Ogni numero chiamato e presente entrava in griglia; Andrea entrò prima di me ed in quel momento mi salì ancora più ansia per essermi sentita sola, come se mi avessero tolto parte delle gambe che dovevano correre. Come con Fabio, se non lo vedo al mio fianco non sono tranquilla. Entrata pure io: "Sei pronta La?" - "Bho ma che ne so vediamo quando partiamo" - "Vabbè ormai ci stiamo". Alla partenza ho fatto il mio primo breve video, perché mi ero promessa di farne uno ogni ora che passava per vedere come mi "riducevo". In effetti riguardandoli si vede proprio la stanchezza sul mio viso che aumenta con il passar del tempo. La nostra andatura è lenta ma costante nonostante il caldo assurdo. Ricordo che dopo solo dieci minuti di corsa ero già zuppa. Il ristoro si trovava nei pressi più illuminati del percorso praticamente sotto il mausoleo ed aveva di tutto. Ragazzi non potete immaginare! Dai liquidi di ogni genere compresa birra e bevande energetiche a cibi di vario tipo. C'era il dolce, il salato, la frutta fresca e quella secca. Ad ogni giro io prendevo qualcosa: "Madonna quanto magni Là, questi con te vanno falliti dopo 6 ore!"- "Andrè ma non lo senti che caldo? Se non mangiamo e beviamo qui nemmeno a 4 ore arriviamo!" - "No no io non mangio mai sennò mi sento male, al massimo bevo l'acqua poi mi prendo il gel". Passata la prima ora video, tutti e due con il sorriso; passata la seconda idem ma io con il fiatone. Durante i giri vedo passare runner che andavano al doppio della nostra velocità pertanto un nostro giro erano due per loro. Mi ricordo che vedevo Salvatore ed ogni volta lo incoraggiavo perché ero convinta che lui avrebbe superato se stesso. Anche lui ci ha incoraggiato. Io prendevo spicchi di arance, mele e mandorle secche e cocomero... sono quelle cose che in queste circostanze apprezzi come se non mangiassi da anni. Ricordo che ogni giro prendevo un bicchiere di acqua ma talmente il caldo e la fatica che avevo iniziato a portarmi dietro la boccetta con i sali in modo da berla durante il percorso. Ho fatto anche due soste al bagno, idem Andrea però per lui, come per gli uomini in generale la cosa era più semplice dato tutto il verde che ci circondava. C'erano i giudici che con le lampadine controllavano che nessuno tagliasse il percorso. "Le prime due ore so le meglio, le meno faticose. So le altre toste!" - "Grazie Andrè..." le sue perle mi fanno tornare il sorriso anche se a volte lo ucciderei! Ogni inizio d'ora era preceduto da uno sparo. 6 lunghissimi spari.

Passata la seconda io poco prima del ristoro ho come una visione; un signore che con una scatola enorme tra le braccia distribuisce ghiaccioli freschi... Non era una visione, ma pura realtà. Io passo a prenderlo ed in quel frangente Andrea era li che con un sorriso pensava: "Te pare che questa non se pia il ghiacciolo?"... infatti... "Andrè, prenditi il ghiacciolo guarda che ti rimette al mondo. E' buonissimo poi vuoi mettere l'esperienza del ghiacciolo durante la corsa che ti si scioglie in mano?" - "No no io no, già il pezzetto di cocomero è stato troppo pensa il ghiacciolo". Passa la terza e video; mi rivedo sudata zuppa ma con un ghiacciolo all'amarena tra le mani. I giri iniziano a darmi fastidio; è strano correre tutte quelle ore e trovarsi sempre allo stesso punto. Poi, tra le perle di saggezza del mio compagno di gara: "Dai terza ora andata Andrè" - "Eh, ma vedrai che le prossime tre so devastanti perché tra un pò te rompi pure le scatole de sta a girà"...

Gli avevo promesso che alla prossima perla lo mollavo sul percorso. Ormai avevo memorizzato tutte le luci, le panchine, e le persone dello staff. Ed è li che ho iniziato a cedere un pò. Ci sono vari detti sulla capacità mentale e fisica di un individuo nel senso che, quando si è sottoposti a sforzi enormi ma, la testa è convinta di farcela e di sopportarli si va avanti. Ma se la testa crolla il fisico crolla perché l'impulso che riceve dalla mente è quello. Purtroppo a ridosso dei 30 kilometri mi sono trovata nella condizione di non riuscire più a correre nonostante le pause che facevamo. "Ce la fai La?" - "No Andrè, non ce la faccio più" - "Va bene camminiamo". La cosa che più mi dispiaceva era quella di far stare lui al mio passo; ogni momento pensavo "E se vuole correre? perché deve starmi dietro? non è giusto". Invece sbagliavo a pensare questo perché Andrea aveva preso da tempo la decisione di accompagnare me e rinunciare alla sua di 6 ore. Mi ha sempre ricordato: “Che ci frega tu Galli core, noi se demo diverti!”

Quarta ora, e poco prima del ristoro noto un runner assaporare un ghiacciolo al limone: "Andrè, ci stanno gi altri ghiaccioliiii" - “eh, stavolta me lo prendo” - “Lo vedi Andrè ti fa bene correre con me. Lo avresti mai detto di farti parte della gara con il ghiacciolo in mano?”. Fu così che ci siamo ritrovati entrambe lungo il percorso con due ghiaccioli. Ed il bello è che le persone che si passavano ci guardavano pure in modo strano come per dire: "Questi so venuti a fa la 6 ore per mangiarsi il ghiacciolo"... Ma che ne sapete voi. In quel momento guardavo tutti ed ero contenta perché per un pò ho azzerato la mia sofferenza e mi è servito per ripartire. L'ultima ora è stata la più tosta ma più emozionante perché il sole stava sorgendo rendendoti quasi la fatica più leggera. lo so sembra strano da dire ma è la verità; nella mia sofferenza e credetemi, davvero soffrivo ero felice. L’ultime due ore è venuto a farci le foto anche Alberto ed ero contentissima perché ad ogni scatto ci incoraggiava. In uno degli ultimi video si vede che corro male, quasi zoppico; non mi sentivo più le gambe il bacino. Le anche mi facevano malissimo ed anche i piedi. Era un dolore continuo che nonostante lo stessi provando avevo deciso di correre più forte perché consapevole di aver quasi finito. Ricordo che Andrea mi domandò: "Ce la fai La non vuoi camminare?" - "No Andrè, voglio correre devo riuscire a raggiungere l'obiettivo" - "Ma non so se ce la facciamo non ti preoccupare, se non te la senti è meglio non esagerare" - "No Andrè voglio correre" e così è stato perché anche se stanco pure lui non ha smesso di stare al mio strano passo. Ricordo il suo volto un pò perplesso ma con il sorriso perché nonostante tutto sapeva che volevo provarci. Forse ne è rimasto contento.

Ad un certo punto ci comunicano di prendere sopra la propria sedia il testimone che ci accompagnerà nell'ultima mezz'ora di gara. "Ecco Andrè, dobbiamo prende il testimone" - "Chi se sposa Là?" - "Ma che palle, ci mancava pure questo impiccio" - "Ma che te lamenti, hai corso 4 con la boccetta in mano mo per un manico di scopa di 20 grammi te lamenti!". A cinque minuti dal termine della gara si sente lo sparo che avverte che la competizione sta per giungere al termine. Passiamo e sentiamo la voce dello speaker urlare che mancano 120 secondi. "Solo 120 secondi Andrè" - "Daje Lá che è finita sei contenta?". Poi 100 poi STOP e li ho sentito un "Fermiiiiii" che ci ha quasi imposto di fermarci (come descritto sul regolamento) e di lasciare il proprio testimone sul punto esatto di dove abbiamo terminato il percorso in modo che, i giudici possano misurare il kilometraggio di ognuno. In quel momento ho gettato il testimone a terra seguendolo così come capitava. Mi sono lasciata cadere sul prato senza badare a niente. Non sentivo più nulla e la prima cosa che ho visto una volta a terra è stato il cielo... Un cielo di luglio alle 06:00 di mattina e non vi nego che l'ho aspettato come non mai durante la notte. Mi sono fatta immortalare in una foto da Andrea praticamente spalmata sull'erba poi, ci siamo fatti la foto insieme. Lui fresco come sempre io distrutta dalla testa ai piedi. Mi guardava contento perché sapeva che ero contenta. Hai ragione Andrè; ero contenta tanto! I miei capelli, le mie gambe ed il resto erano tutte bianche (anche quelle degli altri) per via della polvere perché il percorso era su sterrato. Pertanto per sei lunghissime ore non abbiamo fatto altro che alzare polverone che a sua volta si posava su ognuno di noi. I cinque minuti più belli di questi ultimi anni sono stati quelli passati su quel prato a respirare, a stendere le gambe ed a guardare il cielo. Andrea mi chiedeva se mi servisse una mano a rialzarmi ; evidentemente aveva notato le mie condizioni fisiche! “Hai visto che l’abbiamo finita? Hai visto che ce l’hai fatta piano piano?”. Ho fotografato i due testimoni e siamo andati verso il ristoro finale. C'erano i cornetti caldi ma talmente eravamo stanchi che non ne abbiamo preso nemmeno uno. Appena avvicinati ai ristori la prima cosa che ho fatto è stata quella di togliermi le scarpe e mettermi le infradito. Un'altra sensazione bellissima! Poi in fila per ritirare la medaglia, enorme, bellissima, meritata. Mi luccicavano gli occhi e si vedeva perché ero felice. E' stata l'esperienza di corsa più bella e faticosa in assoluto. Ce ne saranno altre lo so, ma questa rimarrà la prima! A distanza di giorni, è ancora il mio pensiero quotidiano specialmente quando guardo la medagli appesa insieme alle altre. I due giorni successivi ad Andrea raccontavo i miei dolori post corsa: "O vedi, questi so i dolori del maratoneta! E' sempre così poi te passano sta tranquilla, io ce so abituato".
Questa è stata la mia 6 ore e quella di Andrea; compagno di viaggio che mi ha incoraggiato sempre e comunque anche se stava male o se era sofferente senza mai farlo percepire. Si è preoccupato dalla prima all’ultima ora solamente del mio essere facendomi ridere ed emozionare mangiando ghiacciolo durante la gara. Preparati ad altre lunghe corse insieme.

Ancora grazie.


P.s. Presidè: te invece quando riprendi? Guarda che abbiamo Firenze sa? Se non mi porti tu chi mi porta? Ricorda; tu a destra e Andrea a sinistra.

Passo e chiudo.


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