Il freddo

 Roma, 08/12/2021

Il freddo,

parola che fa rabbrividire solamente a sentirla. Una di quelle che senti salire dai piedi fino al collo; che ti fa tremare pensando indirettamente ad una tazza di tè caldo. Il freddo lo ascolti, lo percepisci arrivare e lo subisci. Si perché puoi coprirti o scaldarti ma se ne hai percepito anche solo un pizzico in automatico lo senti dappertutto. Solitamente le mani o i piedi sono i primi per poi raggiungere le gambe o le braccia. Tutto sta a coprirsi bene giusto?

Bhé! così dicono le mamme, le nonne e qualche volta le amiche ma il punto focale non è sempre nel come ci si veste. Io ad esempio nel mio ufficio non ho i riscaldamenti o meglio, ci sono ma di arredo. Nonostante le temperature scendano stentano a funzionare correttamente e forse un paio di volte l'ho visti funzionare. Pertanto le mie giornate lavorative oltre che seduta su una sedia le passo con il piumino. Ma la cosa bella è che, non tanto addosso quanto i piedi che si gelano generando come un frigorifico a portata di "mano" e non è che puoi sbatterli ne, tantomeno riempirli di calzini. Per non parlare delle mani: quelle che ci servono per lavorare e che, quando si gelano non riescono a scrivere un sms con il cellulare o a battere i tasti della tastiera. Personalmente, una volta gelate oltre che, andare sotto il phon asciugamani del bagno ogni venti minuti a cercare di sghiacciarle posso solo che strofinarle a vicenda per generare calore. Ho scoperto quando facevo le notti che, scrivere al pc con le mani praticamente bloccate dal freddo è una cosa difficilissima. Partiamo dal presupposto che non riesci ad utilizzare tutte e dieci le dita perché generalmente l'anulare e il mignolo sono addormentati. Quindi scrivi solo con gli indici ed il mouse lo sposti a colpi di polso. Idem con patate se devo mandare un messaggio con il cellulare; in questo caso però sono i pollici ad avere sere difficoltà. Di aiuto poi ci si mette anche il touchscreen perché magari, se avessimo avuto ancora cellulari con i tasti la cosa sarebbe stata più semplice. Ti ritrovi quindi a scrivere parole senza senso del tipo: "Buohnjiorno ma, qhui tiuttuo bende, soonko srtribata in ufficho". I tasti virtuali li toppi tutti con le lettere a fianco perché il pollice non si muove e, avendocelo praticamente addormentato stenta a seguire la logica dei comandi provenienti dal cervello. Diciamo che ci prova, si impegna ma non ce la fa. Ed il bello è che noi stessi in questa occasione ci concentriamo ancor di più per cercare di rendere il messaggio comprensibile... Alla fine ci rinunciamo e lo inviamo così pensando: "Tanto si capisce uguale!".

Non sono mai stata molto freddolosa e, ultimamente ancora di meno ma ci stanno quei luoghi che proprio ti tirano fuori il tremolio ad ogni costo. Ad esempio odio ed ho paura quando in inverno entro in casa in montagna e devo andare in bagno. Fa freddo, parliamo di almeno tre gradi sotto lo zero. Non vi dico la mia sofferenza nel spogliarmi. Da quando è iniziato il freddo devo dire che sto rimanendo impressionata dal mio resisterlo. Dando una risposta al tutto mi viene da pensare che sia dovuto alla corsa. Ebbene si; è ovvio che uscendo di casa tra le sette e le sette e mezza del mattino anche l'otto dicembre e, solamente con un leggins, una maglietta termica, ed uno smanicato fa capire che il freddo o lo sopporti o sei perduto.

Quando si esce a correre in inverno (e me ne sono resa conto lo scorso anno che non ero ferrata sull'argomento) non si può certo andare con maglioni, felpe, cappelli di lana e tute pesanti. Questo perché dopo dieci minuti di corsa si inizierebbe a sudare moltissimo e, le temperature basse comunque genererebbero in te le così dette "freddate". Si quelle sempre della mamma o della nonna che ti prendono ai reni o da altre parti e che, dopo che rientri a casa non ti fanno nemmeno slacciare le scarpe da ginnastica o, se riesci a slacciartele rimani poi incagliato in quella posizione e ti appoggi al muro per tirarti su. Insomma credo di essere stata chiara. Lo scorso anno avevo qualcosa di tecnico ma mettevo sempre qualcosa di pesante sopra perché, vuoi o non vuoi comunque appena esci di casa il freddo c'è e cavolo se lo senti! L'errore più grosso che facevo era quello di tenermi la canottiera; si, sempre quella che ti ha sempre sottolineato la mamma o la nonna anche a metà luglio: "Metti sempre sotto una canottiera così non prendi freddo". Mi succedeva però di rientrare in casa praticamente zuppa con i tremolii ed il mal di gola che sussurrava: "sto arrivando...". Nonostante nei periodi freddi fa parte del mio dress code anche se colorata, di microfibra e non come quella della nonna mi sono resa conto che, avercela per quasi un'ora bella umida, fredda ed incollata ai reni è una tortura. Alché ho optato quest'anno a scegliere il miglior abbigliamento tecnico partendo dai pantaloni da running. Quelli fini, elasticizzati ma che all'interno hanno un materiale che ti scalda e ti isola da ogni condizione climatica talmente tanto che non percepisci nemmeno che fuori casa la temperatura è bassa. Una di quelle scoperte che adotterò anche per andare a sciare invece di indossare semplici calze da neve. Idem con patate per scarpe, calzini, giubetti o magliette. Insomma costa molto di più ma devo dire che il prezzo che paghi vale davvero quello che dicono.

Ora passiamo al resto; le mani, anche se esistono guanti appositi preferisco coprirle solo con i polsini delle felpe tanto sms non ne mando quando corro... Devo dire che però li si sente! La parte dove soffro di più ancora è il viso: per quanto possa indossare una fascia sulla fronte o un copricapo quella piccola zona del mio corpo soffre. Stamane sono stata a correre alle sette e mezza; la temperatura esterna era di tre gradi. Quando esci di casa insieme al silenzio mattutino e a quella sensazione di "ovattamento" senti lui, il gelo. Come un grande schiaffo sul viso lo assapori sapendo di non poter trovare rimedio tranne che nel terminare i kilometri previsti nel minor tempo possibile. Inizi a correre la temperatura inizia a farti formicolare le guance; la bocca la tieni coperta dal collo ma le guance il naso e gli occhi soffrono per soffrire. Gli occhi: dopo dieci minuti iniziano a lacrimare e senti le gelide gocce correrti lungo il viso portando contro di te la sensazione di più freddo. Provi ad asciugarle, a strizzare gli occhi ma loro sono li e continuano a scendere fino a che non ti ci abitui. Vedi sfogato ma nonostante tutto prosegui. Ci si mette anche il naso che inizia a gocciare senza un motivo ma tu continui senza nemmeno optare per un piccolo fazzolettino di carta perché vuoi resistere. E non c'è nulla che ti aiuta! Tu corri e basta contando la distanza e facendo il conto alla rovescia; vai più veloce e te ne rendi conto a fine corsa quando controlli il tempo dal tuo Garmin. Ora capisci quando ti dicevano che gli allenamenti con il freddo sono i migliori perché aiutano la resistenza oltre che la forza.

Credo quindi di essere stata "vaccinata" alle basse temperature perché quando esco sento meno freddo e me ne accorgo guardando gli altri. Una volta uscivo in balcone per sistemare il mio coniglio Gino con cappotto e cappello mentre ora, tranquillamente in pigiama alle sei di mattina varco la soglia della finestra praticamente così, appena uscita dal letto senza soffrire. Dunque tutto questo per dire solamente che la sensazione che ti da il freddo non te la da nessun'altra cosa; quando si ha freddo si ha freddo; si trema, ci si copre, si respira più piano ma lui e li e non se ne va subito. Sono curiosa di vedere come procederà su in Abruzzo quando assaporerò il freddo più forte e testerò il mio saperlo affrontare.

Passo, tremo e chiudo.


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