Rome21k

 Roma, 08-11-2021,

Sono già passate più di 24 ore dalla conclusione della mezza di Roma. Ancora sento stanchezza alle gambe e stanotte, ho dormito con un termoforo sopra per rilassare i muscoli. Ieri mi sono spinta oltre. Aspettavo questo evento da mesi; ogni volta guardavo il calendario facendo il conto alla rovescia dei giorni mancanti ed alla fine, è arrivato più veloce che mai.

Questo perché per me la Rome21k è stata la mia prima maratona in "presenza" nel senso, sul posto ed insieme a migliaia di runners. Una di quelle dove hai la conferma di essere una di loro e con la stessa passione e gli stessi obiettivi. Durante il covid, come avevo già scritto partecipavo ad eventi virtuali fino a ieri dove ho vissuto una vera maratona. Non saprei come scrivere e soprattutto quanto scrivere perché le emozioni sono state molte e forti. Finalmente dopo quasi due anni di corsa ho realizzato il sogno di vivere l'evento in prima persona.

Dopo comunicazione ufficiale l'appuntamento era fissato in Via dei Fori Imperiali alle 8.30 del mattino; ovviamente ognuno di noi aveva già consegnato al momento del ritiro pettorale e pacco gara la certificazione covid e relativo Green Pass obbligatorio ora per prendere parte ed accedere a determinati eventi o manifestazioni. Sulla metropolitana incontravo ragazzi che capivo fossero partecipanti dalle scarpe o dal proprio abbigliamento scendere tutti alla fermata Colosseo. Uscita, e raggiunto il posto di ritrovo ho iniziato a vedere centinaia di persone allenarsi, correre, prendersi un caffè e soprattutto ridere proprio sotto al monumento simbolo di Roma. Sentivo la felicità in ognuno di loro e la loro voglia di cominciare. Il tempo era incerto ma nessuno di noi aveva paura. Successivamente, passato il check del pettorale si accedeva ad uno spazio con musica, dj e stand con sponsor relativi alla gara ed è proprio li che c'era la griglia di partenza con il grande tabellone del tempo. Quasi all'ora stabilita ci viene comunicato che la gara sta per cominciare. Nel frattempo le nuvole grigie sono state spazzate da un sole meraviglioso. Ovviamente le prime file erano state occupate dai runners che gareggiavano il campionato. Pertanto io ho preso posto svariate file dietro tanto il mio scopo per ora era quello di finire la gara e testare la mia resistenza divertendomi. 

L'emozione è grandissima nel vedere migliaia di persone li riunite in attesa del famoso conto alla rovescia che, in questa occasione ci è stato dato da radio Globo. Prima la foto di gruppo tutti con le mani alzate poi, 5, 4, 3, 2, 1.... Via!  Ho ripreso tutto con il mio telefono perché volevo il ricordo di questa emozione.

I primi si allontanano nel giro di pochissimi secondi lasciando spazio agli altri che, piano piano scorrevano lungo il percorso fino ad iniziare a correre. Ho visto la fila dinnanzi a me partire ed io seguirla con la felicità di iniziare la mia prima vera maratona tra l'altro nella mia città. Comincio a correre e tutto il personale ai lati del percorso ci saluta con applausi ed imbocca al lupo. L'adrenalina sale e, nei primi 500 metri riesco anche ad effettuare una videochiamata ai miei per condividere i primi minuti. Finito, inizio a correre controllando se il mio Garmin avesse iniziato il cronometraggio della gara. La folla si snoda tra le vie del centro partendo da Via dei Fori Imperiali, l'Area Coeli, Circo Massimo, Testaccio costeggiando Lungotevere fino alla Bocca della Verità per poi attraversare il fiume dirigendoci verso Via del Corso e Piazza Venezia dove, una volta passata si riprende la via di partenza fino all'arrivo. Un percorso per il centro della città eterna. Dopo i primi due kilometri sentivo la forza aumentare ed il desiderio di correre più veloce. Ogni kilometro veniva segnato con delle bandierine e, lungo il tragitto c'erano dei fotografi e personale addetto che incentivavano la resistenza. Passato il kilometro del "giro di boa" ho iniziato a mantenere lo stesso ritmo di corsa per arrivare almeno all'ultimo kilometro prima dell'arrivo in cui, avevo preventivato di accelerare un pochino. Incontriamo anche il servizio di ristoro dove, si poteva prendere da bere. Personalmente ho preferito tirare fino alla fine. 

Il tempo passava e, ogni tanto incontravo runners che, sorridendomi mi dicevano: "Dai, forza! resisti che siamo ad un passo dal traguardo". E' proprio lì che mi rendevo conto che, nonostante la competizione che ognuno di noi sente di avere e di utilizzare per vincere la gara a sua volta ti fa capire che l'importante è essere li prima di tutto per misurare se stessi senza necessariamente superare gli altri. I runners sono così ed io cerco di farlo capire a tutti. Noi condividiamo, ridiamo e ci divertiamo senza invidiare chi è più veloce o chi arriva primo anzi, quando vediamo chi raggiunge il traguardo buttandosi a terra perché stanco morto siamo i primi a tendere la mano dando supporto. Siamo i primi ad abbracciare qualcuno che non riesce più a correre o che decide di abbandonare prima del traguardo, supportandolo ed aiutandolo. In molti casi si sono visti corridori di un certo livello rinunciare alla propria vittoria per portare sotto il braccio runners che non ce la facevano più. Ci sorridiamo tutti e ci facciamo da parte quando sentiamo i passi di qualcuno che ci sta raggiungendo. E' bello correre con questo "spirito di competizione" (buono). 

Tornando alla maratona, passata Piazza Venezia ed il Milite Ignoto si inizia a vedere la folla di persone che ti gridano: "Dai daiiiii, mancano 200 metri!" oppure: "Forza che è fiinita!". E è proprio qui che, tirando nuovamente fuori il mio Iphone ho voluto riprendere da Via del Corso fino al traguardo quello che stavo vivendo. E' li che ho iniziato ad aumentare al massimo il mio passo anche se le gambe facevano male e la respirazione ormai era affannosa. Mi sentivo stanca ma allo stesso modo forte, forte di avercela fatta portando a termine la corsa. passando quella fantastica riga blu sotto il tabellone chiamata Traguardo. Li, i dj della radio parlavano salutando i nuovi arrivati e molti spettatori insieme a runners che avevano già terminato applaudivano l'arrivo degli altri. Mi sono fermata a pochi metri da li, per sentire la stanchezza, assaporare il mio affanno insieme ai miei dolori tutti racchiusi in quel piccolo ma grandissimo momento. Il mio fisico era stanco e, tutto ad un tratto ho sebtito le mie gambe irrigidirsi quasi come se non fossero abituate a stare ferme. Mi sono spostata per liberare la zona di arrivo e, dopo essermi "ricomposta" ho voluto farmi scattare una foto proprio li. In seguito mi sono messa in fila per la consegna del chip che hai attaccato dietro la pettorina ed il ritiro del pacco ristoro. In quella busta c'era da bere e da mangiare e, intorno a te vedevi tutti consumare una mela, una bottiglia di acqua o di rigenerante. Bellissimo perché non tenevi in considerazione del momento o del modo in cui bevevi vista la sete perché ognuno di noi lo faceva allo stesso modo.

Mi sentivo una "famiglia"; quella famiglia che sto iniziando ad assaporare ed a scoprie con il passare del tempo piano piano.

Il mio grazie come sempre va ad una persona che, anche in questa occasione ha voluto incoraggiarmi nel migliore dei modi; in quel modo che solamente un runner può capire e che solamente un Ultra come lui può spiegare:

"Goditi l'esperienza e abbraccia il dolore, è parte del viaggio!" (Michele Graglia)


Rudolf Nureyev (famoso ballerino) definì la danza con questa frase:

"Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei "quando finirò di vivere."

Ecco, io cambierei le sue parole con la corsa e, se qualcuno mi chiedesse quando smetterò di correre risponderei senza pensarci su "quando finirò di vivere".


Passo e chiudo.

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