Vaccinated

 Roma, 25-05-2021

E' passato già un bel pò da domenica 16 maggio 2021.

In quella data, ho ricevuto la mia prima dose di vaccino anti Covid-19 del tipo Astrazeneca. Ho partecipato ad il primo degli open-day fatti durante il weekend per tutti i volontari nati dal 1970 al 1981 effettuando la prenotazione di un ticket virtuale direttamente sul sito. Ovviamente le dosi erano contate perché per quanto riguarda questa fascia di età le prenotazioni stanno partendo in questi giorni. Sono stata fortunata riuscendo a trovare un ticket virtuale per le 20.25 di domenica 16 maggio presso uno dei punti vaccinali più grandi d'Italia allestito proprio per l'occasione; stiamo parlando del centro congressi Nuvola di Fuksas. Questo è stato trasformato in un vero e proprio "Centro hub" vaccinale. 

Questa giornata è stata riportata su tutti i quotidiani, giornali e tg possibili immaginabili su territorio nazionale e, sono certa anche a l'estero. Data storica secondo almeno l'80% degli italiani. Già perché c'è una fetta che non ha intenzione di ricevere il vaccino. Abbiamo quasi tutti la possibilità di scegliere tranne gli operatori sanitari che sono stati "obbligati" per una sicurezza personale nonché altrui. 

La sera della mia vaccinazione sono stata accompagnata li dalla mia famiglia; c'era molta gente ma le file fortunatamente scorrevano benissimo. Tutto è stato organizzato e programmato nei minimi dettagli. Avevi un "ticket virtuale" ottenuto precedentemente con la prenotazione on line direttamente dal portale della regione Lazio. Qualche minuto prima dell'ora riportata direttamente sull'app scaricata sei autorizzato ad accedere al percorso per la vaccinazione.

Da li il primo step è la misurazione della temperatura dove molti volontari o personale medico con termometri effettuano le misurazioni ad ogni persona che si trova in fila. Le file, ben organizzate e distanziate. A scaglioni di cinquanta persone circa accedi ad un'altro percorso dove, in una prima sala vieni chiamato per essere registrato con i dati sanitari  e ritirare un numero che ti accompagnerà durante tutto il tempo. Accedendo poi ad una nuova grande sala d'attesa attendi il tuo turno per prendere posto in una grande open space piena di medici seduti alle proprie postazioni che per ognuno di noi compilano la "cartella" informativa con ogni dato possibile riguardo la nostra salute come ad esempio allergie, malattie, cure varie... Ovviamente firmi poi lo scarico di responsabilità dichiarando la TUA decisione di vaccinarti o meno.

Una volta fatto, il modulo rimane a te e, in una nuova sala di attesa con grandi monitor su cui scorrono velocemente blocchi di numeri come se fossi in una sala bingo viene chiamato per essere vaccinato. Questa sala non credo si possa chiamare tale perché è enorme e piena di sedie in fila per riceverci. Centinaia di medici ti accompagnano alla tua postazione, ti indicano come metterti e di attendere.

Lo scenario quindi è... tutti seduti in file da dieci per un totale circa di cinquanta file cove per ognuna di loro due medici con un carrello pieno di dosi vaccinali passano fermandosi. Ina pratica una catena continua dove su ognuno di noi si fermano, disinfettano, iniettano, incerottano. Dopo te ne vai in sala di attesa ed attendi di essere chiamato per ritirare il primo certificato vaccinale. ovviamente te lo consegnano dopo il tempo stabilito di attesa che è di un quarto d'ora per la sicurezza che non hai reazioni particolari. 

Non so come descriverlo ma sembra una catena di montaggio che non si arresta ne di giorno ne di notte ricevendo migliaia di persone continuamente. Questo credo, funzioni così in tutto il nostro Paese. A distanza di due settimane posso dire che la situazione sembra migliorare; sono state vaccinate quasi quaranta milioni di persone. Ora si corre; molto e prevedono di terminare l'80% della popolazione per settembre. I casi ad oggi stanno scendendo ed anche molto velocemente. Non voglio cantar vittoria ma credo che si inizi a vedere luce in fondo al tunnel.

Dopo poco più di un anno la campagna vaccinale sta dando i suoi risultati e, anche se ho avuto paura di vaccinarmi senza sapere che conseguenze potesse portare adesso posso dire di essere contenta. Le restrizioni ora sono meno rigide: si può andare al ristorante anche al chiuso e a breve in più di quattro persone. Hanno riaperto le palestre ed i centri commerciali anche nel weekend.

Potremmo pensare finalmente ai viaggi, alle cene e i pranzi tra amici. Ancora c'è la paura e si vede ma la speranza di poter ricominciare ad abbracciarci non ci ha mai lasciati. Vedo ancora chi mantiene le distanze e chi tutt'ora fa sport all'aria aperta con la mascherina. Vedo bimbi ormai rassegnati all'utilizzo delle mascherine, al rispetto delle norme di sicurezza e al totale dialogo con lo sguardo. Oramai nei loro occhi riesci a capire anche un "Ti voglio bene" perché gli è stato resettato il cervello.

E' brutto da dirsi e da accettare ma il termine del reset mentale l'ho sentito la prima volta da un mio collega e non ho mai smesso di pensarci. Siamo stati programmati e resettati tutti ma non abbiamo mai perso le speranze e la voglia di tornare a prima. Sicuramente siamo stati cambiati da tutto questo e credo che lo saremmo per ancora un pò perché sono del parere che anche dopo non aver sentito più parlare del Covid non riusciremo a dimenticarcelo. Più di noi i nostri figli a cui è stata negata la libertà per piu di un anno; un lunghissimo anno...

C'è chi vede la vaccinazione come ultima spiaggia, chi non ne vuole sentir parlare. Chi pensa sia inutile e chi passa la notte sul portale della propria regione per cercare di prenotarsela. Posso dire che personalmente ci ho pensato molto ma come ho avuto la possibilità la mia mente ha preso la decisione in un lasso di tempo velocissimo. Ho deciso di vaccinarmi e di cercar di tenere più lontano da me e dagli altri questo cazzo di virus. Sarà un ragionamento o visione sbagliata non lo so... lo scoprirò più in la. Per ora sono felice così e spero di tornare il più velocemente a riabbracciare le persone ed a viaggiare perché mi manca. Manca lo stare insieme, il riunirsi e partire. Manca tutto quello che si poteva fare e che ci è stato limitato per più di un anno. 

Ad oggi, ormai dieci giugno i contagi sono arrivati a poco più di duemila al giorno ed i decessi sono a circa settanta. Siamo scesi e lo siamo tanto... Le speranze ricominciano ad affiorare e le persone non hanno più lo spirito di rassegnazione bensì di rinascita. Insomma sembra che il nostro paese stia ripartendo anche se lentamente ma lo sta facendo. C'è chi la vive bene, chi male; io personalmente sembro mantenere lo stesso stato d'animo che avevo a novembre; forse per quel fatto accaduto o forse perché ho imparato ad attendere senza avere pretese o altro. Ho visto gente che ha preso il covid, ho conosciuto l'ospedale e i medici sotto questo periodo, ho perso purtroppo amici. Sono passati 16 lunghi mesi e ne passeranno ancora altri prima di ricominciare a vivere da dove siamo stati fermati.

In tutto questo continuo ad attendere e nel frattempo corro..
.

Passo e chiudo.




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