Un anno

                                                                                                  Roma, 04/03/2021

E' un anno ormai,

un anno che nonostante tutto andiamo avanti. Un anno che non possiamo abbracciarci, baciarci, accarezzarci. Un anno che a malapena possiamo tenere per mano i nostri figli. Un anno senza feste, occasioni, ricorrenze, mostre, cinema, teatri. Un anno che non possiamo organizzare una rimpatriata tra colleghi oppure organizzare un'uscita in un agriturismo o gita fuori porta.

Si, forse la gita fuori porta ce l'hanno permessa, ma per poco. Le festività pasquali 2020 le abbiamo trascorse in casa durante il primo e duro lock. Così come quelle natalizie in quanto per evitare feste e cene tra parenti ci hanno "ributtati" in zona rossa e ce le siamo passati al massimo con due familiari e non più.

Un anno senza riunioni... o meglio un anno che le riunioni ce le facciamo su una delle tante piattaforme on line con i vari annessi e connessi: "Io non sento...", "Io non vi vedo...", "Scusate potete ripetere che mio figlio ha lanciato il pallone sul mio pc...."

Beh si insomma un anno così e, a marzo 2021 con la campagna vaccinazione iniziata possiamo dire di ritrovarci più o meno come lo scorso anno.

Durante questi dodici mesi abbiamo scoperto moltissime cose. Sicuramente molti valori ma abbiamo imparato a capirci. Capirci solamente guardandoci perchè con la mancanza del contatto se ne sono andati anche moltissimi gesti quotidiani con cui ci esprimevamo prima. Abbiamo imparato a capire l'espressione di una persona senza guardargli la bocca in quanto coperta da una mascherina. Non ci siamo più visti sorridere o fare una linguaccia.

Spesso non ci siamo riconosciuti o ci domandavamo se ci stessero parlando non vedendo le bocche.

I bambini; si i bambini secondo me sono quelli che hanno sofferto in silenzio e più di tutti. Nel loro essere sinceri e sempre ottimisti perche non pensierosi a differenza nostra sono stati privati di tutto. La vita sociale per loro se ne è andata ed ora, a distanza di un anno li vedi in automatico allontanarsi se un bambino o un adulto si avvicina. Si spostano più in là per non passare vicino ad una persona. Oppure mantengono la distanza al supermercato o prima di entrare in classe. Si igienizzano le mani da soli senza più che glielo ricordi tu. Sanno come piegare una mascherina, come lavarsi le mani e come evitare assembramenti. Sui social girano foto con scritto che i veri eroi nonché “adulti” sono stati loro. Perché hanno capito ed applicato mille volte più di noi. Poi quando vedono i tg dei sabati pomeriggio lungo I Navigli li vedi increduli e perplessi perché lo pensano ma non lo dicono. Sono consapevoli del loro sforzo e arrabbiati con chi nonostante l’età non riesce a rispettare una regola. Li senti chiedere il permesso per giocare con qualcuno o per toccare una palla con cui stanno giocando altri bambini. Li vedi guardarsi, riconoscersi e abbassare lo sguardo perchè obbligati a mantenere le distanze. Hanno imparato a stare più di otto ore con la mascherina, seduti in un banco. Avendo orari prestabiliti per andare in bagno e non potendosi alzare nemmeno per pranzo o merenda. Il cortile dove prima con il bel tempo si faceva attività fisica o ricreazione adesso è pieno di adesivi colorati dove, ogni bambino si posiziona e deve rimanere fermo. Possono solo parlare senza muoversi e con la scusa le proprie classi cambiano il ricircolo dell'aria lasciando tutte le finestre aperte. Hanno imparato a fare educazione fisica praticamente da soli; con il proprio pallone davanti un canestro. Non esiste più il gioco di squadra, non esiste più la socializzazione o il vecchio scambio di figurine. Mia figlia ad esempio dice che per scambiarsi le figurine insieme alla sua amica si sono inventate una tattica: In pratica si dicono i numeri di quelle mancanti e poi, per scambiarle senza che la maestra se ne accorga fanno finta di farle cadere in modo che poi, una volta alzate per raccoglierle le poggiano sul banco altrui.

Nella loro ingenuità ed onestà hanno imparato a barare per mantenere quel poco di socializzazione che li rendeva felici. Alessia mi chiede sempre di far venire le amiche a casa e a me questa cosa fa rabbia perchè si, non nego che ogni tanto faccio venire qualche amichetta ma non è più come prima. Devi organizzarti con le mamme; devi decidere se lei o un'altra. Così devi costringere tua figlia a scegliere quale delle due o tre amichette del cuore voglia far venire per una merenda un determinato giorno. Non esistono più le feste di compleanno dove tutti insieme, al di fuori della scuola si divertivano rincorrendosi. Non si vedono più le ciotole colme di patatine, popcorn o vassoi di tramezzini perché adesso non è più a norma. Non ce ne rendiamo conto ma, sono stati privati di una delle cose più importanti e vitali per loro. I primi tempi facevano delle domande a volte anche arrabbiandosi; ora si sono rassegnati a tutto e sanno che non possono andare al cinema, in palestra o alle giostre. Sono consapevoli che sta per arrivare una nuova primavera e che lo stato probabilmente ci richiuderà in quanto, nuove varianti del virus e aumento dei contagi stanno di nuovo rimettendo in ginocchio il paese. Pertanto sono pronti.

Mia figlia proprio stamane mi ha detto: "Mamma, si vede proprio che sta arrivando la primavera hai comprato i gelati cosi ce li mangiamo sul balcone insieme a Gino come lo scorso anno?".... ho detto tutto. Si perchè lei lo scorso anno passava insieme a me i pomeriggi al balcone insieme al nostro coniglietto con i gelati comprati on line. Passavamo i pomerigi sedute a terra a giocare per prendere un pò di sole visto che non si poteva uscire.

Ormai sente i telegiornali e già immagina che probabilmente succederà la stessa identica cosa dello scorso anno con la differenza che, a maggio 2020 siamo stati "allentati" potendo uscire, andare al mare ecc. Quest'anno no! Quindi non voglio nemmeno pensare cosà succederà. Possiamo solo sperare in una campagna vaccinale velocissima che ci permetta di immunizzare più persone possibili nel minor tempo possibile anche se, il vaccino che proprio vaccino non è ha una copertura corta. Pertanto più in la (non sapremo quando perchè lo scopriremo solo vivendo) ne serviranno altri. Ovviamente la medicina sta andando avanti pertanto più in la magari si potrà acquistare in farmacia come un normale vaccino antinfluenzale e farselo fare dal proprio medico curante.

Sono sempre e comunque previsioni...

In quanto a me, sono sempre qui e sempre seduta circa gran parte delle mie giornate davanti un pc. Ormai anche io sono entrata nella vita dello smart working. Mi alzo presto, perchè bisogna fare dei controlli che ovviamente sono stati richiesti prima del tuo orario normale in quanto: "Tanto sei a casa no?". Li faccio, invio la mail e poi sveglio Alessia in modo da farla preparare per andare a scuola. Questo quando la scuola non mette la classe in dad per il motivo che tutti sappiamo. Esco, la porto a scuola e se riesco ho circa dieci minuti per andarmi a prendere un caffè con altre mamme prima di ricorrere a casa perchè ho un nuovo report che il direttore vuole per le ore nove. Anche questo lo devi fare prima tanto: "Tanto sei a casa no?".

Dopodicè tra una passata di aspirapolvere e un rifacimento dei letti inizia la tua giornata lavorativa che può essere più tranquilla o al contrario devastante in base ai casini. ma tanto: "Voi state a casa no?". Così sei sommersa da milioni di sms che descrivono tutto quello che serve, che bisogna fare, che viene scritto. C'è chi chiede di chi, chi domanda chi sta facendo cosa. C'è chi chiede se qualcuno è disponibile per una riunione o se in ferie. Chi è a pranzo ma viene richiamato perchè: "Tanto sei a casano?". C'è un mio collega che ogni mattina, dopo che qualcuno da il famoso "Buongiorno a tutti" (sempre se non si è fatto nottata prima) scrive: "Speriamo sia un buongiorno".

Poi, si parte con la serie di ticket che arrivano ovviamente sparati in chat con relativi nomi di chi deve lavorarli. Poi c'è la riunione per non so cosa ma non è roba che interessa te così scorri ancora la chat. C'è da analizzare una mail che non si è capito cosa voglia dire pertanto si ingaggiano altri colleghi per cercare il fortunato che se la deve prendere. Così anche con le attività. Ormai si vincono tipo il lotto. C'è chi nel frattempo manda qualche foto simpatica o si lamenta del proprio responsabile o di altri fornitori denominati "incompetenti". Poi c'è chi non riesce a connettersi e li, dopo la mitica domanda: "Qualcuno di voi ha problemi con la vpn?" parte la famosa sfilza di: "Io no", "Io accedo tranquillamente", "Io sto navigando guarda" (e allega pure lo screenshot del suo pc collegato alla rete), chi dice: "Prova a riavviare il pc".

Sono sempre più convinta che dire la frase: "Prova a riavviare il pc" ormai equivalga a: "Non so che cazzo farti prova con il riavvio che una volta ogni tanto funsiona, comunque cerca di non rompere le palle!". Beh ce ne sono molte di frasi camuffate per non dire altro. Potrei scrivere solo di queste o delle famose perle di saggezza che ogni tanto spuntano fuori. Abbiamo poi chi inizia a dire: "Avete per caso letto la mail di xxx? non si capisce un cazzo di cosa voglia" e chi risponde: "Mandateli a cagare"

Insomma è dura si ma almeno ti tiene compagnia. Già perchè non so voi ma stare un anno chiusi in casa senza vita sociale anche leggere sms che non sono tuoi ti impegna la giornata.

Viviamo incollati ai nostri telefoni, schiavi di chat di gruppo silenziate in modo da non sentirle suonare ogni secondo che squillano solamente quando viene inserito il tuo nome anticipato da una @.

Però non mi lamento e sono contenta così anzi... felice di essere ritornata dai miei colleghi preferiti; ovviamente ora in maniera virtuale ma sono ottimista che prima o poi ritorneremo in ufficio tutti insieme e ci faremo le nostre splendide pause pranzo. 

Il weekend, quando non in zona rossa usciamo per andare dai miei fuori comune o per far prendere un pò di aria ad Ale. Pertanto con degli amici ci riuniamo per portarle al lago o al parco. Alessia ha la bicicletta nuova quindi quando posso me la porto con me sulla pista ciclabile; io corro e lei va in bicicletta. Da sabato si possono raggiungere le seconde case quindi, se in questi due giorni non ci richiudono farò un salto su a casetta sperando di trovare ancora un pò di neve.

A carnevale ho organizzato un pranzo a casa, sempre con gli stessi amici con cui regolarmente ci vediamo in maschera. Ci siamo arrangiati con dei vestiti che mia madre cucì quando facevamo le feste con gli amici e, abbiamo fatto divertire le bimbe moltissimo.

Si ecco cerchiamo di non annoiarci. Passiamo pomeriggi con giochi di società oppure correndo in un parco.

Ho letto molto in questi dodici mesi; di tutto e di più. Ho fatto l’abbonamento al settimanale “Time”. Lo so penserete che non è da me, ma vi sbagliate. Mi piace leggere in inglese e mi piace il “Time”.

Ho comprato libri di storia, letteratura moderna e antica, comici, saggi, di biografia o di città, di scienza e di corsa. Cavolo se ne ho presi di libro sulla corsa.


Vi chiederete se ho ripreso la corsa. Certo che si! Come potrei non correre più? Per me è diventata aria, parte dell’ossigeno che mi serve quotidianamente. Non so come spiegarlo e credo che, solo chi corra può capire cosa intendo. Esco tutti i giorni durante la pausa pranzo ora perchè la mattina presto fa freddo. Durante il weekend invece sono solita usire intorno alle 7.30 del mattino..... Brrrrrrrrrr. C'è stata una settimana da brividi in cui con tutto che avevo roba tecnica termica ho sofferto il freddo più di quando sei sulla neve sotto una bufera. Ora c’è quasi sempre il sole e non piove quasi mai. Le temperature sono gradevoli ed è davvero un piacere uscire.
Un anno quasi che non esiste giorno che non pensi alla corsa che non la godo che non l’assaporo in tutte le sue sfaccettature belle o brutte che siamo. Spesso faticose o con intemperie ma io sto sempre lì, pronta con un impermeabile o una maglia termica per superarmi e vivermi ogni giorno.
Ecco, questo è stato un piccolo racconto o un piccolo punto di vista su questo anno passato che poi, se vai a vedere per certi versi sembra un’eternità per altri il contrario.

Passo e chiudo

.

(con un bel sorriso invernale ma sotto il sole)





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