...Questione di pancia... e di stomaco

Si perché per lavorare qui dentro ci vuole pancia o stomaco o fate voi. Saperli ascoltare, saperli comprendere, saperli aiutare e soprattutto saperli sopportare a lungo andare ti stanca e finisci per voler essere ascoltata, capita, aiutata e sopportata pure tu. Lavorare in un call  center per molto tempo (ormai parliamo del lontano 2000) ti insegna a conoscere gran parte delle persone con cui parli e a capirle ancor prima che loro ti facciamo la domanda. È come un sesto senso nei confronti degli altri, tipo gli psicologi che riescono a capire che tipo sei ancor prima di sentirti parlare.
Ho sempre detto ai miei amici che in un call center ce ne è per tutti i gusti, sia come personale dipendente sia come chiamanti. Da quando lavoro qui ne ho viste e vissute davvero tante di situazioni; basta pensare ai servizi per cui ho lavorato durante questi anni. Parliamo di assistenza clienti per grandi compagnie telefoniche ad help desk tecnico di programmazione installazione e manutenzione dei sistemi operativi di grandi società. Dico che è una questione di pancia e di stomaco appunto perché in queste aziende di lavoro ce ne sta molto e tu sei considerato un numero, una matricola per essere più precisi, e passi la vita lavorativa ad essere rimbalzato come una pallina da ping pong li dove in quel momento servì. Una volta dovevi seguire ore se  non giorni di briefing per imparare il sistema con cui lavorare e i servizio che andavi a svolgere.
Oggi non è più così. Vieni messo in affiancamento ad un presunto collega per uno due o più giorni (se ti dice bene alcuni miei colleghi sono entrati nel "Guinness" con affiancamenti di giusto un paio d'ore) e ascolti tutto rubando con gli occhi qua è la poi, quando decidono ti catapultano in operativo. Tu stai li che, non conosci chi  ti chiama e cosa vuole, no conosci i sistemi con cui devi lavorare e ti rimbocchi le mani per riuscire a svolgere tutto alla meglio. 
Il problema ormai è che la gestione di questo settore adesso è cambiata, e purtroppo in peggio e la situazione qui è diventata un po "terroristica" (se così si può dire); quindi è normale che un giorno si l'altro pure hai mal di stomaco oppure sei nervosa. Anche perché da noi non potrai mai fare carriera, non potrai mai sperare in qualcosa di migliore o un premio lavorativo, stai li e fai le tue ore ne un secondo di più, tanto a che servirebbe. Se non conosci, se non ti mostri non vai più in la di quello che sei ed io purtroppo insieme alla maggior parte delle persone che sta lì non lo faccio pertanto sto sempre dove sono.
Però il mio lavoro mi piace non mi lamento come tanti altri anche perché avere un lavoro a tempo indeterminato oggi non è da molti e, ad essere sincera ci vado anche con piacere nonostante le arrabbiature o le delusioni prese. Chi mi da forza e coraggio? Bhè i colleghi e amici con cui lavoro ovviamente!
Mi rendo conto che oggi la crisi sta distruggendo praticamente tutto e tutti però che vi devo dire ormai; io con la colite ho  imparato a conviverci e col tempo ho imparato a farmi scivolare addosso gran parte dei problemi e a cercare di sorridere sempre perché, come ha detto Charlie Chaplin "Un giorno senza sorriso è un giorno perso". 

Oggi è lunedì 14 aprile 2014, un lunedì diverso perché in realtà sono stata spostata i primi di febbraio su un servizio diverso e ancora non ho le password di accesso ai sistemi per poter lavorare quindi, la mia responsabile mi ha detto di farmi un giro ed aspettare comunicazioni dall'alto sul futuro del da farsi. Così un pó dalla sala break ed un po' dal piano -2 (dove di solito vado a fumare) mi dedico al blog ed attendo; si perché qui è sempre un attendere e mai nulla di certo.

Dopodiché, mi vado a fumare una sigaretta e, se avrò notizie andrò a guadagnarmi la giornata.
Passo e chiudo.

Ps. Un buon compleanno a Luca (mio fratello). Oggi sono 29 amore! Sembra ieri che ti ho tagliato il dito per fare spadaccini con le forbici... Tvb

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