Eccomi qui

Alla fine eccomi qui, io si proprio io la Laura che ha sempre voluto scrivere ma che non ha mai scritto più di tanto.
Perché scrivere è bello, perché scrivere mi rilassa, perché scrivere mi ricorda, mi appassiona, e poi perché tutti mi dicono che dovrei scrivere.
Sono nata a Roma in un freddo 5 dicembre del 1980, si perché quando è il giorno del mio compleanno mia madre mi dice sempre che faceva freddissimo e la strada per arrivare all'ospedale era molta.
Vivevamo a Centocelle in un attico se così si può chiamare proprio vicino alla chiesa di S.Felice. Amavo quella zone e, quando i miei hanno deciso di trasferirsi ricordo che per me fu una tragedia.
L'idea di non rivedere più gli amichetti di scuola mi terrorizzava.
Ora che ci ripenso e soprattutto, ora che dopo quasi 20 anni di convivenza a Ladispoli sono ritornata a Roma mi rendo conto che viverci è davvero più dura.
Ovviamente non per gli amici persi o quelli ritrovati su Facebook ma solamente per una questione di stress. Si perché credo che vivere in una grande città specie se in centro è davvero stressante.
Il traffico, il rumore, lo smog e la gente che corre. Nessuno fa le cose con calma in città e tutti hanno sempre fatto tardi.
Al paese (se così si può chiamare Ladispoli visto che ormai è diventata una città) la gente ancora sembra non essere sulla soglia del nervosismo acuto.
Ancora si vede chi passeggia lungo mare mano nella mano per esempio; oppure chi con le buste della spesa si ferma a chiacchierare sotto casa nonostante sia già la mezza.
Agli inizi ero disperata del nostro trasferimento ma adesso, ogni volta che tornò dai miei è come una piccola terapia, un piccolo distacco dal mio mondo, e sto bene.
Gli amici ormai ho imparato a "dosarli", dico sempre "amici pochi, conoscenti tanti" ed è vero per me lo è.
Gli amici si vedono quando stai male e ti chiamano per sapere come va, quando al tuo compleanno aspettano la mezzanotte per mandarti il messaggio di auguri, quando a natale o alle ricorrenze ti chiamano per riunirci e soprattutto, quando ti sanno ascoltare e non ti diranno mai che hai torto marcio anche se in verità poi è così.
Potrei contarne veramente pochi di amici così e mi bastano.
Poi c'è una grossa cerchia di conoscenti;  si quelli del caffè in sala break la mattina, o della sigaretta in 626.
Quelli che più di tanto non sanno e che non ti interessa chiamarli per una cena a casa perché tanto non staresti bene come con gli amici.
Un po' come i parenti; ci sono quelli che vedi ad ogni ricorrenza che senti sempre e quelli che vedi solo ai matrimoni della serie "come sei cresciuta l'ultima volta che ti ho vista eri in passeggino".
Potrei stare a parlare ore ed ore di questa cosa ma non voglio ne stancarmi io rileggendola e ne stancare chi la sta leggendo.
Oggi è il 13 aprile del 2014 e sto iniziando a scrivere il mio blog proprio da casa dei miei. È domenica e domani si torna a lavoro, tra l'altro sono pure di pomeriggio.
Domani è anche il compleanno di mio fratello, e non gli ho comprato nulla, le farò una busta.
Luca si chiama ed è dell'85, fratelli per la pelle che ormai si vedono poco e si sentono poco perché tutti e due lavorano e tutti e due hanno la propria vita, ma che comunque in un modo o nell'altro si pensano sempre.
Uno l'esatto opposto dell'altra.
Uno laureato, con il lavoro fico la macchina fica la casa fica, l'altra con il lavoro che anche se a tempo indeterminato è sempre un eterno lavoro "precario" con la macchina pagata a rate e con il diploma ottenuto copiando ad ogni possibile compito in classe o esame.
Uno con la vita da locali, da bella gente l'altra con la vita passata in moto, a vedere le partite della Roma o a fare tardi giocando alla play.
Bhè avete capito insomma, questi siamo io e mio fratello.
Ma guai a chi me lo tocca.

Comunque questo blog ho iniziato a scriverlo perché non volendo mi sono ritrovata l'altro ieri a curiosare in quello di una persona su Facebook che non dirò mai chi è o forse più in la ma che ho voluto cercare di conoscerla.
Non è una mia amica e nemmeno una conoscente. Forse un'amica di conoscenti ma comunque in parte l'ho conosciuta e mi è interessato conoscerla meglio.
Non voglio scendere nei dettagli ma magari un giorno potrò raccontare anche questa storia.
Fatto sta che eccomi qua, io a 33 anni suonati che decido di fare il passo che avrei sempre voluto fare ma che ho sempre tenuto in un cassetto a meglio in una usb.
Inizio da qui quindi, con un po di me poi di giorno in giorno mi conoscerete e chi già mi conosce o si riconoscerà in questo diario si farà due risate.
Adesso credo che andrò a letto perché mi spetta un'altra appassionante serata di Peppa Pig con la mia stellina Alessia.

Ah si dimenticavo; nel 2011 sono diventata mamma.

Notte passo e chiudo



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